Basilico in vertical farm? Si può fare

Tratto da: https://agronotizie.imagelinenetwork.com/vivaismo-e-sementi/2018/10/01/basilico-in-vertical-farm-si-puo-fare/60149

 

Bio Extra Solum è una azienda agricola piemontese che ha applicato con successo le tecnologie del vertical farming per la produzione di basilico

 

L’innovazione sposa la tradizione nell’azienda agricola piemontese Bio Extra Solum, dove Vittorio Gariglio coltiva con successo il basilico, pianta simbolo del made in Italy, grazie ad un impianto di vertical farming. All’interno di una struttura chiusa, infatti, le piante crescono grazie alla luce proveniente da lampade a led e affondano le radici in un substrato di torba bagnato periodicamente con una soluzione nutritiva appositamente studiata.

“Nell’azienda di famiglia, a Moncalieri, produciamo basilico in serra da anni. Ho unito l’esperienza di mio padre con l’innovazione tecnologia e grazie alla misura 4.1.1. del Psr Piemonte 2014-2020 ho potuto costruire una vertical farm, che consente di produrre basilico tutto l’anno in maniera più efficiente”, spiega ad AgroNotizie Vittorio, titolare dell’azienda agricola Bio Extra Solum.

Lei è architetto, come mai la scelta di costruire una vertical farm?
“Sicuramente pesa la voglia di continuare l’attività dell’azienda familiare e devo dire che i miei studi di architettura sono stati fondamentali per progettare l’impianto e abbattere i costi di costruzione, riducendoli all’osso”.

Come è strutturata la vostra vertical farm?
“Abbiamo un banco di fertirrigazione che serve delle vasche flusso e riflusso disposte su quattro livelli. Ogni vasca è sormontata da luci a led studiate per offrire uno spettro di luce ideale per il basilico. In tutto abbiamo una superficie di 300 metri quadri”.

 

Il vertical farming sta vivendo un momento di forte sviluppo in tutto il mondo, ma è ancora pionieristico. Come ha imparato a costruire e gestire un impianto?
“Ho speso molto del mio tempo a leggere e a documentarmi su quelli che sono gli aspetti fondamentali dell’utilizzo delle lampade a led e le loro applicazioni in campo agronomico, in un successivo momento ho fatto delle prove, utilizzando un prototipo in scala ridotta auto costruito. Ho tarato prima di tutto l’illuminazione, fondamentale per far crescere le piante in maniera sana, veloce e con il giusto profilo organolettico. E nella gestione agronomica ho messo assieme l’esperienza di famiglia con quella fatta nella vertical farm”.

Ci può fare un esempio?
“Gli agricoltori sono esperti nel razionalizzare le risorse e ridurre al minimo gli sprechi. Le piante sono la cartina tornasole per eccellenza per capire se un impianto di vertical farming sta funzionando bene e grazie all’esperienza e a due anni di prove ho ridotto al minimo tutti gli input produttivi, come l’illuminazione, la climatizzazione, l’irrigazione al fine di essere competitivo rispetto a quelli che sono i prezzi di mercato a cui comunque bisogna confrontarsi”.

A chi vendete?
“Principalmente alla grande distribuzione e ai mercati generali di Torino, che hanno accolto con entusiasmo la possibilità di avere una produzione continua e di eccellenza durante tutto l’anno senza interruzioni. Il basilico coltivato in vertical farm ha le stesse caratteristiche organolettiche di quello prodotto in serra, peculiarità che consente di ottenere un prodotto di qualità, particolarmente migliore nel periodo invernale”.

Voi completate l’intero ciclo del basilico nella vertical farm?
“No, abbiamo una gestione molto flessibile della produzione. Ovviamente d’inverno, quando la luce è poca e le temperature sono basse, la vertical farm è più intensamente sfruttata e in un mese il basilico è pronto per la raccolta. D’estate invece si utilizza di più la serra”.

 

Alcuni produttori d’insalate in vertical farm affermano che il consumo di acqua e di fitofarmaci è molto ridotto se non assente. E’ davvero così?
“Il consumo di acqua è effettivamente molto più basso rispetto al pieno campo o sotto serra. Per quanto riguarda gli agrofarmaci c’è sicuramente una riduzione nel loro uso, ma sono comunque importanti. Parlando di basilico la Peronospora belbahrii è un incubo che si presenta anche in vertical farm, ma grazie al controllo della nutrizione e del clima possiamo contrastarne lo sviluppo”.Veniamo ai consumi energetici, il vero tallone di Achille delle vertical farm. Come avete fatto a contenere i costi?
“Come detto prima utilizziamo gli impianti di condizionamento solo quando strettamente necessario e abbiamo un impianto fotovoltaico che dà un buon supporto e verrà implementato a breve. Inoltre, come precedentemente spiegato, spostiamo la produzione dentro e fuori dal vertical farm in base alla stagione al fine di utilizzare in modo congruo la luce solare.

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Fonte: Agronotizie

Autore: Tommaso Cinquemani